Cane di media-grande taglia, mesomorfo mesocefalo. È classificato morfologicamente come un lipoide. È un cane poderoso e molto ben costruito. Possiede un tronco robusto, un corpo solido e forte. Il corpo è fornito di una densa e folta pelliccia, di lunghezza sufficiente a proteggerlo. È una razza molto appariscente, che si distingue sempre per il suo maestoso portamento ed il suo splendido pelo. A prima vista esprime potenza.
In breve il Malamute è: attivo, vigile, curioso, fedelissimo, intelligentissimo, docile, affettuoso, riservato, adora scavare buche, è pulito e non abbaia. Il suo manto rimane pulito e a differenza degli altri cani, non puzza. Tende a comunicare emettendo ululati tipici del suo antenato: il lupo. Ma questo avviene molto raramente! Attenzione: siete il suo padrone ma non ve ne approfittare; è molto orgoglioso quindi non chiamatelo inutilmente, lui non verrà!
LE ORIGINI
Le civiltà eschimesi o preeschimesi hanno un passato antico che affonda le proprie radici nella notte dei tempi: infatti fecero la loro comparsa nella Siberia nord-orientale addirittura 50 mila anni fa e in Alaska circa 10 mila anni avanti Cristo. Popolazioni provenienti dal nord del Giappone e dal nord della Cina, in ripetute migrazioni, s’insediarono nel corso dei millenni sulle vastissime estensioni di ghiaccio, dall’Alaska alla Groenlandia, adattandosi al clima rigidissimo.
Al tempo delle prime migrazioni attraverso lo Stretto di Bering, il lembo di terraferma che unisce il continente asiatico a quello americano, le popolazioni siberiane portarono con loro cani che erano di taglia notevolmente ridotta rispetto a quelli delle razze nordiche presenti in quelle lontane regioni ai nostri giorni.
Per queste popolazioni, costrette a strappare il minimo indispensabile per sopravvivere a una natura dura e inospitale, il cane divenne un indispensabile compagno di vita, un fondamentale alleato nella quotidiana lotta per la sopravvivenza. Un ruolo di primo piano che il cane nordico si guadagnò sul campo, soprattutto dopo la costruzione delle prime slitte, grazie alle quali gli abitanti di quelle terre desolate videro allargarsi i propri orizzonti. I cani degli eschimesi erano famosi per la bellezza e la forza e venivano trattati con particolare attenzione ed affetto rispetto alle altre tribù Inuit. Più grossi e più potenti degli altri cani nordici, venivano usati per trasportare cibo, capaci di tirare il peso pesante nelle circostanze estreme nelle lunghe distanze ed ad un passo costante.
Nel corso dei secoli la taglia dei cani primitivi andò progressivamente aumentando per due fondamentali motivi: innanzitutto per l’introduzione del lupo, con incroci occasionali; in secondo luogo, per l’evoluzione biologico-climatiche. Oltre a diventare più grandi e massicci, infatti, questi cani dei grande nord si adattarono all’ambiente attraverso una spietata selezione naturale che privilegiava i soggetti più forti e resistenti.
Tutti gli eschimesi nutrivano un profondo rispetto per i loro cani, ma la tribù dei Mahiemiut, oggi chiamata Malamute, si distingueva per l’attenzione e la tenerezza con cui li trattavano. Oggi come ieri, l’Inuit (nome del popolo dell’Artico) e la sua muta formano un’unità indissolubile: senza la forza, il coraggio e la tenacia dei suo amico a quattro zampe, l’uomo è in balia dello sconfinato silenzio bianco, vulnerabile e solo.
“La coppia che l’eschimese forma con i suoi cani è una realtà… senza i suoi cani egli non è più lo stesso senza forze e gioia di vivere.” – J. Malaurie
È da questa perfetta intesa fra uomo e animale, dunque che è nato l’Alaskan Malamute, un cane che come i suoi cugini Siberian Husky e Samoiedo, ha conosciuto negli ultimi anni una notevole diffusione, un vero e proprio “boom demografico”. Dotato di una straordinaria capacità di adattamento l’Alaskan Malamute ha saputo infatti voltare le spalle alle gelide distese ghiacciate e ambientarsi magnificamente nelle nostre città, soffocate dal cemento, perché per lui l’unica condizione irrinunciabile per vivere felice è la vicinanza del compagno uomo.
L’EVOLUZIONE
La corsa all’oro del 1896 ha creato molta richiesta di Alaskan Malamute. Oggi ci sono essenzialmente due generi differenti di Alaskan Malamute (una terza è la Hinmann meno importante delle altre due). Una linea si riferisce a M’Loot e l’altra a Kotzebue. La linea di Kotzebue è stata creata da Arthur Walden e Milton ed Eva Seeley. Infatti, sono stati Milton ed Eva ad ottenere la linea di Kotzebue riconoscendola e registrandola all’AKC nel 1935. Paul Voelker ha sviluppato la linea di M’Loot. Paul non ha registrato i suoi cani, ma li ha venduti a persone che in seguito li hanno registrati.
Il Malamute, formato attraverso secoli di durissima selezione, era geneticamente così potente che anche se incrociato con altri cani alla terza generazione successiva, si ritrovavano intatte le caratteristiche del Malamute. Questi incroci sono una delle cause delle differenze che oggi ritroviamo nel moderno Alaskan Malamute, e solo chi ha un occhio esperto sa riconoscere il vero Alaskan Malamute dagli altri.
M’Loot Malamutes avevano toraci più stretti, teste più strette, musi più appuntiti e orecchie più lunghe. Avevano anche un posteriore poco angolato e quindi un’andatura meno redditizia; tuttavia possedevano una caratteristica importantissima: erano sensibilmente più alti. E per questo motivo molti allevatori li scelsero senza pensarci due volte. Per diversi anni le diverse linee vennero allevate in purezza: in seguito si cominciò a valutare l’ipotesi di un incrocio. La strada apparve subito quella giusta: con un’accurata selezione si ottennero soggetti che riunivano le maggiori qualità delle diverse linee, perdendone via via i difetti. Quindi, i Malamute moderni, in pratica, hanno progenitori “misti” Kotzebues e M’Loot.
N.B. alcune frasi sono tratte dal libro “Alaskan Malamute” di M. Scotti.